La lettura costante del contesto lamentino, dei suoi bisogni di inclusione, è favorita da un confronto continuo tra le realtà di volontariato presenti, con le strutture pubbliche e dalla rilevazione emerge la problematicità sollevata dal frequente numero di abbandoni di neonati nei cassonetti; la pressante richiesta di donne che richiedevano spazi e condizioni per ripensare alla propria vita soprattutto perché lese nei propri diritti e nella propria dignità.
La formula riconosciuta più idonea al perseguimento degli obiettivi e alla ricerca di modalità nuove di relazione di aiuto, nel panorama della convivenza civile e/o religiosa, su stili di vita basati sulla condivisione e non sull’elargizione di un puro servizio, è sembrata essere quella della comunità-famiglie integrate. Si avvia così la realizzazione di un servizio alternativo rispetto alle risposte istituzionalizzanti rivolte alla tutela del minore esposto ospedalizzato, al diritto della donna al segreto al parto, alla tutela della dignità della donna violata o alla donna che ricerca percorsi di sostegno all’autonomia e all’autostima.
Il continuo cambiamento socio-culturale ed il confronto con le normative legislative del settore, hanno accompagnato la vita associativa e l’evoluzione della comunità di accoglienza fino all’individuazione dell’attuale target di destinatari.
Anche la sede abitativa ha avuto bisogno di spazi più ampi e si è trasferita in via dei Bizantini, distinguendo così sede operativa “Casa Meulì” e sede legale in Via Trento, 51.

1.2 I beneficiari del servizio

I beneficiari del servizio sono donne in difficoltà sole o con figli, gestanti anche minorenni. I contesti di provenienza familiari e personali sono connotati da deprivazione, violenza o violanti la dignità della donna; da situazioni di povertà culturale, etica ed economica; da ripetute esperienze di istituzionalizzazione ed assistenzialismo.
In questi ultimi anni si sono verificate maggiori richieste di donne sole o con figli, extracomunitarie o comunitarie, soprattutto vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo, provenienti da flussi migratori forzati. Tale problematicità alcune volte è stata esplicita all’inserimento, nella maggior parte delle situazioni si è venuta a conoscenza dalla narrazione del vissuto ed ha sollecitato un maggior approfondimento della tematica presente sul territorio lametino.

1.3 Dove si trova il servizio

“Casa Meulì” è situata nella zona in espansione della città, alla periferia sud di Lamezia Terme (CZ). E’ raggiungibile con mezzi pubblici favorendo la partecipazione degli utenti alla vita sociale del territorio; è facilmente raggiungibile dai circuiti autostradali e delle arterie stradali di principale collegamento che permettono l’accesso veloce alla stazione e all’aeroporto.
Telefax: 0968/462144
e-mail assmagomerlino@libero.it
www.magomerlino.org

1.4 La sua Mission

La mission del servizio di accoglienza di “Casa Meulì” è quella di essere un contesto comunitario ed un servizio alternativo rispetto alle risposte istituzionalizzanti del disagio femminile a partire dal dato culturale calabrese emarginante la donna, a tutela del diritto della donna al segreto al parto, dei vissuti di violazione di diverso tipo e del disagio femminile extracomunitario e comunitario diffusamente presente sul territorio Regionale.
Tale mission si realizza attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:

  • contrastare le varie forme di disagio sociale, violazione di diritti, impedimenti alla espressione della propria dignità, attraverso la promozione di genere;
  • favorire l’inserimento attivo e responsabile nel tessuto sociale della donna ed il raggiungimento dell’autonomia, anche in quanto madre e in quanto donna;
  • ridestare nella donna ferita e violata dall’emarginazione, dall’abbandono, dall’ignoranza, la coscienza della propria dignità di genere;
  • rifuggire dall’ottica dell’assistenzialismo assumendo la condivisione e la partecipazione alla quotidianità come stile di vita comunitaria attraverso un progressivo esercizio di responsabilità.
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